LA CHIESA NUOVA
L’attuale chiesa di Mentana è dedicata a Maria ed è costruita proprio nel rione detto “La Madonna”. Sorge sull’area di un antico ospedale (1550), dove c’era una cappella della Madonna della Pietà. Nel 1783 vi fu costruita una chiesa più piccola dell’attuale, che il terremoto di Avezzano del 1915 lesionò gravemente, tanto da doverla chiudere al culto per alcuni decenni. Nel 1936 iniziò la costruzione della “chiesa nuova”, consacrata nel gennaio 1940, come ricorda la lapide posta sulla facciata. Dal settembre 1996 è stata profondamente ristrutturata e adeguata alle nuove norme liturgiche, unendo alla sua primitiva e spoglia bellezza varie opere che la rendono oggi preziosa e godibile grazie all’amore della cittadinanza, al talento dell’arch. Valerie alla competenza dell’ing. Ruggeri.
L’INGRESSO PRINCIPALE
Appena entrati dalla porta principale date subito uno sguardo d ‘assieme all’ampia navata centrale di stile ravennante, al solenne arco trionfale, e soprattutto alla grandiosa abside che riempie e da senso a tutto l’ambiente. Il disegno stesso del pavimento vi invita a camminare, assieme ad un corteo di uomini e di donne, raffigurato nelle pareti sopra le colonne, verso l’Agnello vittorioso e a contemplare la Vergine, raffigurata come madre della Chiesa. Al centro di questo percorso spiccano l’altare principale e l’ambone, ricchi di marmi e colonne policrome. Sono costruiti con lo stesso materiale e ornamento, e quasi s’incuneano, in avanti, nell’assemblea e, dietro, sono delimitati da una quinta impreziosita con le raffigurazioni dei quattro evangelisti, quinta che distingue l’aula domenicale dalla cappella per le celebrazioni feriali e per l’adorazione eucaristica.

L’INGRESSO LATERALE SINISTRO
Se entrate invece dall‘ingresso laterale sinistro, ammirate subito la vetrata e, in fondo alla navata, la statua di S. Nicola da Bari, patrono di Mentana: i Santi sono i nostri compagni di viaggio e ci ricordano l’inizio e il termine del cammino Cristiano. Nella stessa navata è posto l‘organo a canne della rinomata ditta Mascioni.
L’INGRESSO LATERALE DESTRO
Nell‘ingresso laterale destro potete ammirare progressivamente una lapide del 1779 ritrovata nei recenti scavi eseguiti per impermeabilizzare il pavimento (rivela l’esistenza del precedente ospedale), lo splendido battistero ottagonale, la cappella con le spoglie dei Santi Martiri nomentani Primo, Feliciano e Vincenzo papa ed infine la cappella con la venerata statua di Maria Immacolata.
Meritano ora un approfondimento alcuni elementi della Chiesa.
L’ABSIDE
La grandiosa abside, opera della pittrice Ilde Bonatti, e la parte più riccamente e abbondantemente affrescata. Il dipinto è disposto su tre registri: in quello inferiore vedete raffigurata la chiesa pellegrinante, confortata e sostenuta dalla presenza dei santi; in quello centrale trovano posto 7 angeli, simbolo delle antiche 7 chiese, mentre in quello superiore domina l‘Agnello vincitore sui cielo stellato. Le tre parti si collegano e comunicano grazie all’augusta presenza della Vergine Maria, che fa da ponte tra Antico e Nuovo Testamento, rappresentati dal tempio di Gerusalemme da un lato e dalla chiesa madre, S. Giovanni in Laterano, dall’altro.
I due santi, rappresentati vicino all’acqua perché ad essa è collegata la loro provenienza e attività taumaturgica, sono: a destra di chi guarda, sant’Antonio abate in aspetto senile con la barba bianca ed ampio saio, per antichissima tradizione venerato a Mentana come patrono degli animali domestici; a sinistra, san Nicola da Bari, patrono di Mentana, con le vesti sacerdotali e le tipiche insegne del vescovo. I personaggi e le scene ritratte intorno a loro ricordano vari e numerosi prodigi operati dai due Santi.
L’ALTARE
Di notevole fattura e pregio, al centro della navata, sul bema quadrato, è costruito l’altare fisso: segno permanente di Cristo, pietra viva, sacerdote e vittima. La mensa è sostenuta da dodici colonne disposte in forma circolare, segno degli Apostoli su cui si fonda la Chiesa; essi consegnano all’assemblea l’Eucaristia che hanno ricevuto dal Signore.

L’AMBONE
Con lo stesso stile è costruita anche l’altra mensa: l’ambone. È il luogo della proclamazione della Parola, la mensa da cui Cristo risorto ci offre il nutrimento indispensabile per la vita cristiana. Le sue sette colonne rinviano alla Sapienza divina, la quale “si è costruita la casa ha intagliato le sue sette colonne” (Pr 9, 1s). L’aquila, che sormonta l’ambone e sostiene l’evangelario, è l’elemento che richiama il mistero della risurrezione, del sepolcro vuoto. È il simbolo dell’evangelista Giovanni, il testimone che giunse per primo al sepolcro, “entrò, vide e credette” (cf. Gv 20,1-10).
LE VETRATE
Altro elemento di pregio e valore artistico sono le vetrate, realizzate in vetro policromo piombato. Quelle poste in alto illuminano la navata centrale e riproducono le tappe fonda mentali della “storia della Salvezza”: a sinistra ci sono alcuni episodi dell’Antico Testamento, mentre a destra sono raffigurati, specularmente, i corrispondenti episodi del Nuovo Testamento: si inizia con la creazione per finire con la risurrezione. Sulla facciata interna della chiesa il trittico rappresenta il mistero dell’Incarnazione del Signore. Notevoli per realizzazione anche le vetrate della quinta dietro l’altare raffiguranti i quattro evangelisti, con i rispettivi simboli.
LA VIA CRUCIS
Una segnalazione a parte merita la “Via Crucis” opera unica ed originale nel suo genere. Ogni stazione ha in alto un titolo in latino che sintetizza il fatto rappresentato al centro del quadro, mentre all’esterno sono raffigurati momenti di vita contemporanea che attualizzano nel loro realismo il mistero della passione e morte di Cristo.